Uscire alle due di mattina è stata la miglior scelta che potessi fare!

A notte fonda sembra tutto così surreale, perché non c’è un cane in giro (a parte, vabbe’… leggete) e sono quasi sordo da un orecchio (il sinistro, ndr) e gli unici rumori che sento sono la ventola del condizionatore d’aria su incima nel nostro terrazzo e il leggero soffio del mio orecchio – nemmeno i fulmini bianchi e celesti fanno rumore!

Sono uscito in giardino, ben sapendo che non sarei andato lontano visto il cielo:
Ho visto fulmini luminosissimi a est. Il tempo fa scintille.
Ho appoggiato chiavi e cellulare agli scalini.
Ho camminato qualche metro.
Ho fatto una pisciatina all’angolo della siepe.
Mi sono girato, e camminando ho osservato ancora il cielo dietro le case e gli alberi.
Fermo
cammino verso il cancello delle macchine
WTF
c’è un cane
(noi non abbiamo un cane, nessun nostro vicino ha un cane, non ho mai visto quel cane prima!)
è bello grosso anche.
E’ girato di spalle, impegnato a leccare qualcosa, così indietreggio senza voltarmi sperando di non farmi notare
ma fuck! sposto delle foglie delle piante di mia nonna e lui mi sente. Si gira d’istinto incuriosito a guardarmi; lo leggo nei suoi occhi che è genuinamente incuriosito – che cosa ci fa un umano di notte in giro?
Ma io mi chiedo che cosa ci faccia lui lì

Continua a seguirmi, fissandomi con due occhioni enormi e umidi, e io continuo a indietreggiare, facendogli sshh buono cane – è senza collare, per questo mi preoccupa, potrebbe essere un randagio
Lentamente raggiungo gli scalini, mentre lui si è fermato davanti al cancelletto e continua a fissarmi; raccolgo le mie cose, chiavi e cellulare, scivolo dentro il portone delle scale e chiudo
– Buonanotte cane! –

Forse è il caso che vada a letto, ho le allucinazioni
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Sembra stupido eppure quest’esperienza è proprio ciò che cercavo, un’avventura, diversa dal solito, che rompesse la routine quotidiana, qualcosa da raccontare anche se all’apparenza – solo all’apparenza – banale. Chi si sarebbe mai aspettato di trovarsi un cane sconosciuto in cortile alle due di notte? E come ci sarebbe entrato poi?
La notte rende tutto molto più intenso. Paulo Coelho ha scritto: “l’Amore è un atto di infinito coraggio”; il coraggio di uscire dagli schemi, di fare cose per cui gli altri ti guardano strano o ti sconsigliano, di uscire in piena notte dal portone delle scale a guardare il tempo turbolento e immaginarsi liberi ad urlare sopra il vento, sopra l’urlo della bufera.

Di notte il nostro cuore stanco si abbandona all’idea che non ci sia altro che amore – perché di notte è così: niente scuola, niente lavoro, solo amici, solo amore.
E di notte il nostro cervello si rende finalmente conto che tutto questo è vero, che non esiste altro al mondo, nelle nostre vite, che amore che regge in piedi tutto.

Non so bene descrivere che cosa ho provato questa notte, se non con queste parole; ci sono persone che si innamorano della notte, e di quello che rappresenta e mette a nudo, cioè l’essenza più intima dell’essere umano, la sua vera natura.

Su How I met your Mother dicono: “Niente di buono accade dopo le due di notte!” … oppure qualcosa sì?

(11 Agosto 2013)

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Perché un giornale degli Artisti

Il blog che avete sotto il vostro magico puntatore,  e che state leggendo in questo momento è nato da un’idea, buttata lì senza neanche troppe speranze, in un pomeriggio di tarda estate, nel 2012, passeggiando per il centro di Vicenza, che poi è stata raccolta, rivalutata attentamente e coltivata fiduciosamente, fino a diventare lentamente un progetto concreto e tangibile. In origine si immaginava (qual è il fantastico potere dell’immaginazione!) di creare una rivista stampata che raccogliesse i lavori, scritti, poesie, racconti o articoli, che giovani ed esordienti scrittori o artisti di tutte le arti ci avrebbero mandato. Non che il fatto di vedere i propri testi circolare in edizioni stampate e disponibili a tutti, non dia una certa segreta soddisfazione narcisistica, ma, ammesso questo, la circolazione di idee giudicate da noi moderne, interessanti e originali, deve essere un’occasione di crescita e di rinnovamento che portiamo a tutti: società e cittadini. L’iniziativa di creare edizioni stampate sfumò rapidamente, per un infinito elenco di cause facilmente comprensibili. Tuttavia eravamo veramente così decisi e fiduciosi dei risultati che avrebbe potuto portare, che decidemmo di affidarci al mezzo globale par excellence: la rete dei blog, con tutti i suoi pregi e tranelli. Consci del rischio che si corre nella piazza multimediale, cercheremo per quanto ci è concesso di proteggere la privacy e i diritti di chi voglia condividere le sue opere e perciò di dar voce a ognuno che vorrà proporsi, rigettando qualsiasi fanatismo e radicalismo osteggiante e provocatorio. La pubblicazione dei testi è sotto la totale discrezione e il gusto (a che cosa sia il ‘bello’ moderno, cercheremo di rispondere prossimamente) della redazione. L’intenzione che vorremmo perseguire con questo ambizioso progetto è quello di poter fare e diffondere in qualsiasi modo cultura. Cultura che non deve per forza essere quella aulica delle accademie o che la tradizione impone debba essere rispettata, ma quella che riesca a colpire, con la sua vicinanza, l’immaginazione di chi gli si approccia. Ancor di più quando questa viene osteggiata, classificata, banalizzata, incompresa, trattata quasi come bene di lusso, bisogno in secondo piano, e non un necessario diversivo alla vita quotidiana, un bel sogno da svegli. Un momento per raccogliersi in se stessi e con il mondo contemporaneamente, potenziarsi, imparare, elevare la propria anima a qualcosa di più alto della propria lotta alla sufficienza, giacché “non di solo pane vive l’uomo”… Tutti quanti necessitiamo quanto mai in questo momento, non di bellezza, l’eterno rifugio, ma di riflettere sul perché del suo valore e della sua potenza. Simili astrazioni vi diverranno familiari, ma la preghiera che innanzitutto vi rivolgiamo ora è questa: se credete di avere del talento, per il quale volete battervi alla sua strenua difesa, e dimostrarvi per quello che siete veramente, non esitate a mandarci quello per cui avete sacrificato tutto, quello che avete potuto dare spremendo con l’anima il vostro cuore. (Deto en parołe sciete: no staxì darne casade! Grasie!)

LA REDAZIONE
Arepo Pantagrifus
e
Berego Enedoro